Facebook lancia Graph Search, il nuovo motore di ricerca “social”. A domande precise, riceveremo risposte esatte e tutte basate sulle condivisioni fatte su Fb. Il ristorante fusion dove hanno mangiato bene i tuoi amici, il dentista che i tuoi familiari ti consiglierebbero, le foto pubblicate prima del 2008, le immagini di Berlino che hanno scattato i tuoi amici: basta scriverlo sulla barra di ricerca completamente rivista e sostituita con una nuova “search box”.
Graph è stato presentato da Mark Zuckerberg il 15 Gennaio con un annuncio alla stampa tra i più attesi e chiacchierati del 2013. Si baserà sulla condivisione degli interessi e quindi sui “like”, sulle foto e sui luoghi e, come spiegato da Zuck prendendo le distanza da Google, servirà a trovare risposte e non link a risposte. Il tutto scandagliando e passando al setaccio un patrimonio di informazioni fornito dagli stessi utenti divenuti un miliardo, con al seguito oltre 240 miliardi di immagini e mille miliardi di interconnessioni tra loro.
Privacy a rischio? Facebook specifica che nella ricerca finirà solo ciò che è stato condiviso e che quindi l‘utente ha deciso di condividere con gli altri. Si potrà fare ricerca anche tra gli “amici degli amici”. Per averlo bisogna aspettare ancora un po’. Attualmente è in “versione beta”, ovvero in fase test, ma si può cliccare su Graph Search e iscriversi in una lista di attesa per essere avvisati su quando sarà possibile iniziare la ricerca. Questo nuovo motore di ricerca social sembra ispirato da un ritorno alle origini del social network quando era stato creato per raccogliere gli album di foto del college. Con le immagini personali ogni iscritto ha iniziato a raccontare di se stesso, prima in terza persona (ricorderete il primo status?) e poi in prima persona, scoprendo via via che ascoltare gli altri e vedere ciò che facevano era molto più rivoluzionario che parlare di se stessi. Facebook l’ha capito fin dall’inizio e ora con Graph mette ancora di più le nostre condivisioni in rete.
Innegabili risvolti sulle inserzioni a pagamento e sulle notizie sponsorizzate sul Social, non trovate? Basta un “like” per dare informazioni ai nostri amici, e quindi a Facebook. Gli annunci pubblicitari di Facebook, infatti, permettono a chiunque voglia pubblicizzare il proprio brand o la propria pagina di “targhetizzare” il pubblico a cui far vedere l’annuncio pubblicitario: per sesso, età, interessi, pagine fan ecc. La forza e la specificità, oltre che differenza da Google ads, sta proprio nella mole di informazioni che gli utenti condividono quotidianamente con i loro amici, ergo con Facebook stesso. Una modalità di ricerca differente, un motore che parte da ciò che noi diamo in pasto a Fb. Diversamente da Google che ci studia sulla base di ciò che cerchiamo, sul Social siamo noi a dirlo.
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