Come sta cambiando la comunicazione sul web? I blog tradizionali come Blogspot e Myspace, verranno sostituiti dai miniblog e i social network come Twitter e Facebook?
In un’epoca, quella attuale, di utilizzo massimale della rete Internet e di sviluppo continuo delle potenzialità offerte dall’interattività in rete, gli esperti di comunicazione analizzano con particolare attenzione l’utilizzo di due mezzi di partecipazione attiva, simili nella sostanza ma differenti nelle loro sfaccettature e soprattutto nei loro usi: i blog tradizionali ed i miniblog.
L’avvento in rete dei blog tradizionali si colloca all’incirca un decennio fa, sebbene anche prima alcuni siti, come il forum di Brian Redman del 1983, proponevano all’utente opzioni di domanda-risposta e di condivisione di informazioni molto simili a quelle dei blog. Il decollo vero e proprio si registra intorno al 2000, con l’avvento di Open Word, Blogger, Moveable Type e Blogspot.
Questa nuova forma di comunicazione lancia da subito il guanto della sfida al mondo dell’editoria registrando un successo notevole; con il blog chiunque può essere scrittore, i testi prodotti possono essere immediatamente condivisibili con amici e visitatori interessati e non è necessario curare (ovviamente, nei limiti) la correttezza ortografica e lo stile; senza considerare che con il blog è possibile pubblicare anche testi non impegnativi o su argomenti frivoli, registrando comunque un buon successo.
Il successivo avvento di MySpace si rivela una spinta ulteriore alla diffusione e all’utilizzo del blog, dando vita a un aspetto innovativo, che potremmo definire la “corsa agli amici”; facendo corrispondere, di fatto, la figura dell’amico a quella di “fan” del blog, un numero elevato di amici viene considerato dunque come indice di buona qualità del blog. E’ questo, probabilmente, uno dei nodi cruciali su cui il mondo dell’interattività registra un cambiamento importante: l’avvento dei miniblog; di cui il numero degli amici sarà una delle caratteristiche di maggior rilievo.
I principi di base di questa nuova forma di network sono i medesimi del blog, dunque condivisione di informazioni, partecipazione attiva e sviluppo di reti di contatti; tuttavia la differenza sostanziale, ovvero quella di produrre messaggi di testo molto più brevi (nella maggior parte dei casi, non più lunghi di un comune sms) implica una scrittura più concisa, ancor meno impegnativa, una quantità di messaggi superiore e una condivisione ancor più istantanea ed aggiornata; più che contenuti, il testo prodotto deve contenere degli interessanti collegamenti.
L’esempio per eccellenza di miniblog è il social network Facebook, creato da Mark Zuckerberg nel 2004 ma che ha incredibilmente spopolato solo nell’ultimo anno, oltre a tanti altri siti che offrono analoghe opportunità: Twitter, Twingly, Tumblr, Yammer.
Gli esperti di comunicazione ricollegano direttamente l’esplosione dei miniblog a quella mediatica dei reality show; in un certo senso, in effetti, il miniblog è anche questo: fornire in maniera continua informazioni sul proprio conto, anche frivole, un po’ come farsi pubblicità, farsi notare. L’emblema di questa nuova forma di comunicazione e di “autopromozione” è rintracciabile nella domanda continuamente posta dai miniblog network ai suoi utenti: “A cosa stai pensando?”. Questo stimolo è in grado di spinge il navigatore a condividere con i suoi amici informazioni assolutamente istantanee, come già detto anche di scarsa importanza, ma comunque sempre in grado di incuriosire chi si trova a leggerle.
E’ particolarmente interessante notare come Facebook, ad esempio, dopo aver proposto per mesi ai suoi utenti la fatidica domanda “A cosa stai pensando?”, oggi ha eliminato questo particolare; indice che la tendenza alla condivisione continua di pensieri è oramai fortemente interiorizzata dagli utenti e non necessita di stimoli ulteriori.
E’ evidente che i tempi si evolvono continuamente. In molti sostengono che il blog verrà del tutto sostituito dai miniblog, ed è innegabile che le caratteristiche avvincenti di quest’ultimi implichino necessariamente un calo dell’utilizzo del blog tradizionale; tuttavia non si può non fare una riflessione: lo stesso blog ha registrato, in un’epoca recente, un notevole successo a scapito dell’editoria e del giornalismo, senza tuttavia che questi vengano completamente cancellati.
Analogo discorso sarà per i miniblog: lo sviluppo dei media apre frontiere sempre più interessanti e convenienti, ma non è detto che le metodologie di comunicazione precedentemente utilizzate vengano del tutto messe da parte; ognuna di queste, infatti, presenta delle caratteristiche mediatiche in grado di renderle uniche nel loro genere e dunque sempre consigliabili laddove vi siano determinate esigenze comunicative.
Tu cosa ne pensi? Utilizzi più i blog o i miniblog?
Io credo che si tratti di mezzi diversi, ognuno dei quali ha una sua valenza ed è più adatto a certe cose piuttosto che ad altre.
Per quanto mi riguarda, li uso entrambi, ogni volta decidendo dove veicolare una certa informazione e tentando di evitare la duplicazione sui due canali (cosa che trovo odiosa).