Il settore dell’editoria web diventa sempre più florido, e cresce insieme consapevolezza dell’importanza del web marketing e del posizionamento in rete.
La figura del copywriter è già da tempo fondamentale nel web marketing, non solo per affinare la comunicazione aziendale, ma anche per produrre dei testi in grado di posizionare il sito ai primi posti del motore e per realizzare delle campagne pubblicitarie online, come le “pay per click” di Adwords, altamente efficaci.
In questi ultimi mesi si è andata sviluppando una nuova frontiera per chi opera nel settore dell’editoria online: occuparsi della redazione degli articoli all’interno di blog.
Il blog nasce come un interfaccia web altamente personale, la quale si è poi sviluppata argomentando su tematiche sempre più precise e definite divenendo un autentico sito di riferimento per tutti gli utenti che vogliono informarsi su un determinato settore.
Questo aspetto, unitamente al fatto che questa tipologia di sito può essere un’importante fonte di guadagno grazie alla vendita di spazi pubblicitari, annunci ed inserzioni, ha reso il blog un’autentica impresa online, la quale necessita di un lavoro continuo (un blog che non propone nuovi articoli a cadenze regolari è destinato a decadere), e dunque, anche di dipendenti.
La scelta di molti gestori di blog di affidare a copywriter esterni la redazione degli articoli è dettata non solo, probabilmente, da una mancanza di tempo, ma soprattutto dalla necessità di competenze e conoscenze specifiche di settore in grado di produrre notizie sempre nuove.
E’ sufficiente addentrarsi all’interno di uno dei principali forum dedicati al web marketing per rendersi conto di come il “mercato” dell’editoria web sia in fermento: tantissimi annunci che richiedono articolisti nei settori più svariati: automobili, informatica, turismo ed anche programmi tv, per contro anche tanti copywriter propongono pacchetti di articoli ai gestori di blog.
Le tariffe sono diverse, in genere si aggirano intorno ai 2-3 euro per articoli di medie dimensioni (300-400 parole), anche se molti gestori di blog non offrono retribuzione fissa, ma solo l’opportunità di guadagnare grazie agli annunci Adsense inseriti sul proprio articolo.
C’è anche da considerare che non tutti i gestori di blog conoscono le tecniche di scrittura mirata alla visibilità in rete, e dunque si accontentano di un testo anche poco curato.
Scrivere all’interno dei blog richiede infatti capacità differenti rispetto all’editoria tradizionale; la scrittura dovrà essere infatti quanto più possibile finalizzata al posizionamento nei motori e all’uso delle parole chiave, e spesso è richiesto all’articolista di essere in grado di adoperare le principali piattaforme su cui si sviluppano i blog (come wordpress) e di saper promuovere l’articolo nei principali siti di diffusione di notizie.
L’editoria web, dunque, continua a svilupparsi, e scrivere per il web richiederà sempre più una formazione specifica.
Adesso, però, speriamo di non distruggere anche questa professione. Col problema della necessità della visibilità, tutto si sta immolando al Dio-SEO e tanti pensano che sia più importante mettere assieme 500 caratteri, che scrivere qualcosa (fatto ben diverso).
Il copywriter, in realà, ha senso solo perché chi veramente dovrebbe scrivere ha altro da fare e per definizione il primo non sapra né potrà far bene come il secondo, il lavoro che gli si chiede.
Scrivere al posto di un primario, al posto di un titolare d’azienda, di un ricercatore, di un esperto di pannelli solari, è difficilissimo, se non quasi impossibile. Il copywriter esterno, quindi, si accetta solo perché non si può far di meglio.
Che si tenga ben presente e che non si illuda le aziende. I testi scritti da un esterno non saranno mai uguali a quelli scritti da un interno (e lo dice uno che di copy ci vive, quasi).
Direi che va fatta, infatti, una distinzione fondamentale. Un conto è scrivere per un blog che ha come obiettivo solo quello di attirare traffico e fare AdSense o altre forme pubblicitarie, diverso è il blog di una azienda che ha veri interessi alla Comunicazione. Questo tipo di azienda fa fatica persino a trovare una persona all’interno di cui fidarsi, figurarsi all’esterno.
Per fidarsi, intendo il fatto che gli si possa mettere in mano con fiducia l’immagine aziendale. Ad un esterno, non si potrà mai darla. Un conto è scrivere articoletti da 400 – 500 caratteri su cosette, ben diverso è fare vera Comunicazione.
My 2 cents.
Si, sicuramente la qualità dei copywriter “reclutati” in questo modo è in genere piuttosto bassa, così come, probabilmente, degli stessi blog su cui si dovrà scrivere.
Spesso non si va in cerca di esperti di comunicazione, ma semplicemente di persone che producano continuamente dei contenuti al fine di posizionare il blog nei motori di ricerca e di guadagnare dalla pubblicità.
Ma i professionisti di settore sanno bene che questo non è web marketing, è chi opera puntando solo sulla quantità è destinato senza dubbio al fallimento.
E’ giustissimo dunque distinguere la figura del copywriter da quella del semplice produttore di testo, che si improvvisa scrittore per il web sapendo davvero poco di comunicazione online.